GIARDINO DELLE FARFALLE

Anthocharis cardamines

Favonius quercus

Linnaeus, 1758 – (Tecla della quercia)

Specie relativamente piccola, piuttosto comune anche se di non facilissimo avvistamento, per via delle sue abitudini che la spingono a volare nella parte alta delle chiome degli alberi. Si tratta di specie univoltina (che compie una sola generazione all’anno) ed i primi esemplari volano alla fine dell’estate quando sono soliti svolazzare sopra le piante di fico o le siepi di rovo. Entrambe i sessi mostrano una macchia di uno splendido blu intenso nella parte superiore delle ali anteriori, che nel maschio è molto estesa, mentre negli esemplari femminili è ridotta ad una fascia piuttosto stretta. I bruchi si nutrono delle foglie di varie specie del genere Quercus.

Anthocharis cardamines

Lycaena phlaeas

Linnaeus, 1761 – (Argo bronzeo)

Si tratta di una piccola e vivacissima farfalla, diffusa praticamente in tutto l’emisfero nord. Risulta presente in quasi tutte le isole mediterranee e nell’Arcipelago Toscano, la si può osservare in tutte le isole, tranne Montecristo, Gorgona e Giannutri. I due sessi sono praticamente indistinguibili ed entrambi presentano una splendida colorazione rosso bronzea nella parte superiore delle ali che però si può ammirare solo quando la farfalla è posata, a causa della rapidità del suo volo che ne impedisce di apprezzarne la colorazione. È una delle prime specie a comparire e non è raro vederla volare fin dalla prima metà del mese di febbraio, fino agli ultimi giorni di ottobre. Durante questo lungo periodo, l’Argo bronzeo riesce a compiere anche 3 generazioni, svernando allo stadio di pupa. Il bruco si nutre prevalentemente di romice (Rumex spp.).

Anthocharis cardamines

Polyommatus icarus

Rottemburg, 1775 – (Argo azzurro o Icaro)

Si tratta forse della farfalla più comune di tutto il Mediterraneo. La si può incontrare dal livello del mare fino a rilievi piuttosto elevati. È una farfalla molto piccola ed appariscente, soprattutto per quanto riguarda il maschio che fa sfoggio di una bellissima colorazione azzurro metallica
nella parte superiore di entrambe le ali, mentre la femmina ha una colorazione brunastra, molto più anonima. Nonostante abbia un volo piuttosto veloce e frenetico, effettua numerose soste, soprattutto sui capolini delle Composite dove si ferma per nutrirsi e per effettuare l’accoppiamento. Nell’Arcipelago Toscano, è possibile osservarla all’Elba, Giglio, Pianosa e Capraia, fin dai primi giorni di primavera e per tutto l’autunno. Si tratta di una specie polivoltina (che compie più generazioni durante l’anno) e nell’Arcipelago può compiere fino a 3 generazioni. Il bruco si nutre prevalentemente di Leguminose (Trifolium spp., Medicago spp., ecc.) e, per quanto riguarda la sua biologia, merita un particolare riguardo, in quanto costituisce un caso di “mirmecofilia facoltativa”, ovvero, la larva può essere protetta e difesa dalle formiche che vivono sulla pianta nutrice, che possono addirittura portarla all’interno del formicaio, dove la nutriranno fino allo sfarfallamento.